L’intolleranza può essere definita come l’incapacità di accettare persone, religioni o culture diverse dalle nostre. L’estraneo, il culturalmente diverso, l’appartenente ad altri gruppi, fanno paura proprio perché non riconosciuti come similari e quindi poco prevedibili. Sottolineare la diversità dell’altro piuttosto che la propria, è da sempre un processo più facile ed immediato.
Il bisogno di certezza spinge a semplificare la realtà, escludendo a priori tutto ciò che risulta estraneo al proprio sistema. Lo stato diinsicurezza esistenziale accresce la paura della perdita d'identità e determina l'insorgenza di forti meccanismi di difesa. L’appartenenza ad un gruppo sviluppa la comprensione e l’anticipazione delle attività altrui, permettendoci di condividere una stessa modalità relazionale con l’altro e di sentirci anche riconosciuti dall’altro.
Se il nostro gruppo di appartenenza è abbastanza solido e numericamente maggiore, le persone differenti da noi verranno ritenute inferiori e tendenzialmente discriminate, per paura che possano apportare un qualche sconvolgimento all’interno del gruppo stesso.
Nel genere umano è insita la paura della diversità e di ciò che non si conosce.
L’aggressività appare, dunque, come una delle possibili risposte alla paura che, consente, se eterodiretta, di orientare e circoscrivere le proprie angosce ad un nemico esterno da combattere. Da qui nasce la conflittualità nelle interazioni tra gruppi diversi, per divergenze di credo, conflitti culturali, religiosi ed altro ancora.
Quale esito di questo genere di conflitti si può avere l’emergenza di sottoculture, si possono generare pressioni di isolamento o di assimilazione da parte di gruppi culturali maggioritari, e possono ancora essere messe in atto strategie di scontro e di contrattazione per il riconoscimento della specifica identità di ogni gruppo.
La convivenza tra culture diverse può avvenire solo quando nessuno delle persone appartenenti a gruppi diversi teme la fusione ed il senso di perdita della propria identità. Lo scambio relazionale tra gruppi differenti rappresenta un’opportunità ed un arricchimento di maggiori conoscenze, più che la perdita di parti di sé o del gruppo di appartenenza.
La convivenza tra persone diverse presume l’accettazione ed il rispetto di regole e norme condivise. All’interno di una convivenza multirazziale, la condivisione di norme e regole risulta un po’ più difficile, a causa di culture e religioni differenti. Questo genera una conflittualità che non va necessariamente “demonizzata”, ma che può consentire la generazione di un confronto per l’individuazione di valori comuni, nel rispetto culturale e sociale di tutti.
La convivenza tra popolazioni differenti esige il faticoso impegno di trovare delle norme comuni che riescano a valorizzare la diversità, salvaguardando l’identità di ogni popolazione. Prendendo atto dell’esistenza di una pluralità di sistemi di valore, è necessario e indispensabile un dialogo efficace ed efficiente tra i diversi sistemi.
Solo attraverso la comunicazione, il confronto ed attraversando la conflittualità esistente, sarà possibile individuare norme comuni nel rispetto della diversità altrui.
Ogni gruppo ha l’esigenza e la necessità di sentirsi riconosciuto ed accettato. Per riconoscere l’altro è importante conoscerne la cultura, i valori e le credenze. Comprendendo le peculiarità delle diverse popolazioni che vivono in uno stesso territorio è possibile accettare le diverse culture, e quindi rispettarle, cercando di trovare una modalità relazionale cha aiuti le diverse popolazioni ad integrarsi tra loro, pur nel mantenimento della proprie culture, quindi nel rispetto della propria identità.